Un calendario diverso dai precedenti, il quinto di Barjo Imè.

Avremmo voluto celebrare in maniera diversa la vostra generosità e il nostro impegno. Purtroppo non è possibile.

Una forza invisibile ci ha colpito duramente, portandoci via parenti, amici, affetti, e congelando progetti e speranze.

Quegli stessi confini che in passato apparivano come semplici linee sulle carte geografiche sono diventati adesso altissimi muri invalicabili.

E allora non abbiamo voluto catapultarvi in dimensioni sociali lontane, perché anche noi abbiamo una battaglia da combattere, qui, nella vita di tutti i giorni.

Abbiamo scelto di proporre qualcosa di diverso, di non usuale per me e per le mie preferenze fotografiche. Vi presenteremo una serie di orizzonti e di paesaggi da varie zone del mondo.

Perché l’orizzonte può essere un limite, ma anche un obiettivo. Una spinta a muoversi, a continuare il percorso, a sognare. Perché il mondo esiste, anche quando non lo vediamo, e questi scatti vi aiuteranno a immaginarlo.

La fotografia di copertina è la metafora di un cammino che sembra interrompersi, ma che invece prosegue, sempre nella stessa direzione, come ci auguriamo tutti possa accadere.

E ci piace pensare che la mancanza di figure umane possa rendere ognuna di queste fotografie uno scenario in cui muoversi con la mente nei difficili mesi che ci attendono, senza distrazioni, senza doversi calare nella realtà di altre persone, dandoci qualche secondo di libertà dalle ansie che ci attanagliano.

Vi accompagneranno in questo anno le ipnotiche pianure di sale della Bolivia, le incredibili cime degli altipiani del Cile, gli scenari surreali del deserto algerino, ma anche i delicati paesaggi delle colline toscane, più familiari e conosciuti. Ognuno troverà quello che più lo farà sognare. E un giorno andrà a visitarlo o a rivederlo dal vero…