
Vecchi, bambini e giovani
Eritrea…
Vecchi… gli occhi velati di malinconia, di orgoglio ferito, di troppa sofferenza, di quotidianità incerta, di attesa immobile. Il vanto di un doppiopetto dalla foggia antica o di un copricapo tradizionale, il ricordo di quello che fu per affrontare la paura e l’apparente nulla del futuro. Una parola in italiano e si girano folgorati e sorridenti, a ricercare una identità perduta.
Bambini… il gioco, la spensieratezza, l’inventiva, la curiosità, l’entusiasmo. Un tuffo, nudi, nell’acqua di un porto, la rincorsa ad un vecchio copertone, la novità del rivedersi nelle macchine fotografiche degli stranieri. Ogni giorno porta qualcosa in più. Poi, però, non tutto resta sereno: se i piu’ fortunati riescono ad andare a scuola, gli altri, imbracati in lerce tute da lavoro, si vedono rubata l’infanzia.
Giovani… i pochi rimasti appaiono come privi di radici, senza eredità. Magliette multicolori, leggins, cellulari, ma uguali a quelli di altre parti del mondo, solo indietro di qualche anno. Globalizzati in una gabbia datata.
Ci sarà speranza un giorno, per tutti?
© Enrico Madini 2013
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