“Alla base dei libri c’è l’alfabeto;

alla base del cibo, il sale”  

(proverbio eritreo)

 

La crosta di sale scricchiola: gli animali avanzano, nella luce livida del mattino. Più avanti, altre carovane, altri cammelli… Sembrano galleggiare nell’orizzonte, senza gambe.

Vanno tutti là, in mezzo alla distesa bianca.

Ecco finalmente dove si scava!

Attrezzi arrugginiti spaccano la superficie, poi pali di legno sollevano grandi lastre. Lì vicino altre mani, coperte di cristalli tutto il giorno; altri occhi, socchiusi per il riverbero, fissi sui blocchi da sagomare.

Guardare altrove mette paura: meglio riempire di fatica il vuoto, allora.

Il sole si è alzato, fa caldo. La melma salmastra cuoce i piedi. Le pile di mattonelle sembrano piccoli castelli salati.

Asini e cammelli, immobili, aspettano di essere caricati. Percorreranno valli e montagne con il loro prezioso tesoro.

Adesso è ora di tornare, sulla stessa pista bianca. Un giorno, non lontano, grossi camion la sporcheranno.

© Enrico Madini  2015

Per un altro articolo sulla Piana del Sale cliccare qui

 

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