Da un piccolo lago vulcanico nel sud dell’Etiopia i Borana estraggono sale, affrontando dolore e fatica

Un ragazzino Surma dai modi gentili

Un insegnamento inaspettato da una ragazzina bellissima. Una emozione indimenticabile.

Uomini, animali e cristalli bianchi: la piana del sale è questo, ma non solo. E’ risorsa, è fatica, è tradizione. Forse non per molto ancora…

Quanta energia, quanta emozione può muovere una fotografia? Quali legami invisibili può creare? Una bambina, con il suo grande cuore, me l’ha fatto capire…

In Dancalia sulla cima del vulcano Erta Ale, la “montagna che fuma” nella lingua Afar. Un cratere in continua attività: di giorno, un mare di onde grigie è rotto da qualche striscia rossastra; di notte, il vulcano si mostra in tutta la sua potenza.

Dallol, Dancalia. Una stupefacente distesa di cristalli di zolfo e di piccole pozze multicolori. La computer grafica rimane ancora lontana dalla fantasia della natura.

Vivono nel sud dell’Etiopia e, a differenza delle popolazioni limitrofe, hanno una struttura sociale molto articolata. Gli insediamenti sono molto più di semplici villaggi di capanne: in ogni comunità vivono fino a nove clan. Il confronto con le etnie vicine ricorda quello che può essere stato in passato il passaggio da una società basata sulla caccia a una fondata sulla agricoltura, con la necessità di una maggiore aggregazione.

È il colore della terra, quello che colpisce di più in questo viaggio nella valle dell’Omo River. E’ un colore che permea tutto e che penetra nella vita di chi vive in questa regione. Ad ogni angolo una sfumatura rossastra ti sorprende. Dilavato dalle piogge o accentuato dagli ultimi raggi del tramonto, rimane una delle caratteristiche più affascinanti dei panorami di queste zone.

Lalibela, la Gerusalemme d’Africa, vive giorni di festa e di grande religiosità in occasione del Natale copto. Migliaia di fedeli fanno visita alle splendide chiese scavate nella roccia, in preghiera, digiunando e cantando insieme.

Un rituale che a noi occidentali sembra terribile e privo di senso, crudele e inumano. Eppure, per le donne Hamer, in Etiopia, essere frustate dagli uomini durante i festeggiamenti che precedono la cerimonia del salto del toro è motivo di vanto. E’ un segno di attaccamento alla tribù e di affetto nei confronti di chi effettua il passaggio all’età adulta. Inoltre è testimonianza della capacità di sopportare il dolore. A noi non resta che guardare, ammirare la loro capacità di resistere alla sofferenza e cercare di comprenderne i motivi, senza giudicare.